Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1490 circa – Venezia 1576)
Madonna con Bambino tra i santi Tiziano e Andrea e un accolito
1565-1566 circa
Olio su tela, 102 x 137 cm
Pieve di Cadore, chiesa di S. Maria Nascente
Il nome di Tiziano è indissolubilmente legato a quello del Cadore, ove nacque: “Tiziano che onora / non men Cador che quei Venezia e Urbino”, nel celebre verso di Ariosto nell’Orlando Furioso. Tuttavia nella sua terra natale si conserva una sola opera del maestro. Gli studi recenti hanno infatti evidenziato come Tiziano abbia mantenuto rapporti di tipo economico con il Cadore, tali da permettergli sicure entrate, lasciando traccia esigua per quanto riguarda l’attività pittorica. Saranno invece molto attivi i suoi parenti pittori, il fratello Francesco, il figlio Orazio, il cugino Cesare e il nipote Marco. La massiccia presenza di opere dei Vecellio si spiega con le manovre di insediamento portate avanti da Tiziano nella sua terra d’origine, un progetto di egemonia famigliare e imprenditoriale. Nel 1565 il maestro sarà presente a Pieve insieme a Marco, a Emanuel Amberger e all’amico Valerio Zuccato per affrescare il coro dell’Arcidiaconale, andato purtroppo distrutto con la vecchia pieve. In questa occasione lasciò probabilmente la tela sull’altare di famiglia nella medesima chiesa, dedicato al vescovo Tiziano, su cui si autoritrae nelle vesti di un accolito, con in mano il pastorale, inginocchiato dietro il santo omonimo (il cui caratteristico volto si può confrontare con quello dell’Allegoria della Prudenza di Londra o con l’autoritratto del Prado di Madrid). I due santi sono anche loro inginocchiati e in devota contemplazione della Madonna, raffigurata mentre allatta il Bambino. Andrea, identificato dalla croce, ha un mantello rosso che allude simbolicamente alla carità e al martirio.