Madonna con il Bambino tra san Giovanni Battista e sant’Andrea
olio su tavola, 67×85 cm
Il dipinto, acquistato dalla Collezione Pospisil di Venezia (1960), testimonia bene la produzione artistica matura di Pier Maria Pennacchi che a inizio Cinquecento e fino alla sua morte avvenuta nel 1515 fu la personalità più significativa del contesto artistico trevigiano, poco tempo prima dell’arrivo di Domenico Capriolo nel capoluogo della Marca.
La presonalità storica di questi due artisti fu a lungo confusa a scapito di quella di Capriolo la cui produzione fu assimilata a quella di Pennacchi. Tuttavia sul piano artistico i due autori mostrano chiare differenze e specifiche individualità che evidenziano due percorsi artistici ben distinti che escludono qualsiasi significativo contatto tra l’opera di questi due autori. Il matrimonio di Capriolo con la figlia del defunto Pennacchi, Camilla, sposata nel 1519, aveva infatti influenzato una parte degli studi facendo ipotizzare un precedente rapporto artistico tra i due autori. Da quest’opera invece appare del tutto evidente che l’orizzonte artistico in cui si muove Pennacchi è quello di una cultura belliniana filtrata ancora da reminescenze dell’opera dei Vivarini attivi nell’entroterra, come appare particolarmente evidente nel volto della Vergine. La morbidezza cromatica pienamente aderente al tardo Bellini e una certa attenzione realistica nella definizione del volto dei due santi di ascendenza nordica, pur in una maggiore stilizzazione volumetrica, mostra una certa vicinanza all’esperienza trevigiana di Lorenzo Lotto che proprio in Pennacchi ha un primo, importante riferimento per la sua iniziale formazione, evidenziando quindi l’importanza storica avuta in questo ruolo da Pier Maria.
L’inserimento di Capriolo nel tessuto artistico di Treviso, segnerà così un cambiamento significativo verso una pittura più aggiornata, inizialmente, su Palma il Vecchio e su alcuni temi della pittura giorgionesca.