Cappella Malchiostro
Affresco (1520)
Treviso, Duomo
La decorazione ad affresco della cappella venne commissionata all’artista friulano da Brocardo Malchiostro che l’aveva fatta erigere nel 1519. Il ciclo pittorico venne malauguratamente danneggiato durante il bombardamento del 7 aprile 1544 che ne fece crollare la cupola in cui vi era raffigurato il Padre Eterno in gloria d’angeli. Il complesso decorativo comprende sulla parete sinistra l’Adorazione dei Magi e nella lunetta superiore la Visita di Maria a Santa Elisabetta, su quella destra la figura di San Liberale entro una nicchia. Ai lati dell’altar maggiore gli Apostoli Pietro e Andrea e nel catino absidale molto frammentario Augusto e la Sibilla e infine sui pennacchi della cupola, molto rovinati, Quattro dottori della chiesa. L’intera opera venne portata a compimento con sorprendente rapidità a dimostrazione della sicurezza con cui egli padroneggiava l’uso di questa tecnica pittorica. Addirittura la lunetta con l’incontro tra Maria e Santa Elisabetta venne realizzato dal Pordenone in un solo giorno. In questa impresa, che lo vedeva a confronto con Tiziano a cui era stata richiesta l’esecuzione della pala d’altare, l’artista da un mirabile saggio della forza dinamica ed esuberanza plastica che caratterizza la sua pittura. Nell’Adorazione dei Magi, in cui egli riporta la firma e la data preceduta dall’indicazione del committente, le figure mostrano un’espansione volumetrica che non trova riscontro in altri artisti a lui contemporanei se non nel solo Michelangelo. Infatti la figura dell’inserviente di sinistra visto da tergo riprende in controparte la postura di uno dei soldati che il maestro toscano aveva disegnato per il cartone preparatorio della Battaglia di Cascina mai tradotta in pittura. Di grande effetto scenico doveva essere la figura del Padre Eterno accompagnato da numerosi angeli che irrompeva dal cielo verso il basso collegandosi efficacemente con l’episodio dell’Annunciazione dipinto da Tiziano. A quella figura si riferiva il gesto indicante della sibilla Albunea, ora appena visibile, che dopo essere stata interrogata dall’imperatore Ottaviano Augusto se egli potesse venire adorato come una divinità, gli mostrava l’unico vero Dio a cui dover rendere culto. Per le figure dei due apostoli e forse per quella di Liberale si ritiene che l’artista si sia avvalso della collaborazione di aiuti.